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UNA DONNA E UNA CANAGLIA
( LA BONNE ANNEE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 29 novembre 1973
 
di Claude Lelouch, con Lino Ventura, Françoise Fabian, Mireille Mathieu, Silvano Tranquilli (Francia, 1973)
Il cinema nullo si divide in due tipi: quello onesto nella sua impotenza, e che la dichiara senza ambiguità. 0 che, anche se non la dichiara, nulla fa per nasconderla allo spettatore che ne comprende facilmente i limiti. E quello, più subdolo e quindi estremamente più indisponente, che nasconde la propria nullità dietro a delle immagini che adulano il pubblico, che Io ingannano proponendogli dei valori falsi e ambigui. Il cinema di Lelouch, chiaramente, appartiene a questa seconda categoria. Lelouch, che è un ottimo commerciante ed abile venditore di fumo, ha cambiato col tempo la propria mercanzia. Un tempo erano le immagini abilmente sfuocate alla gelatina, i controluce dorati tipi dentifricio, le inquadrature poetiche da calendario natalizio, lo sfruttamento smaliziato dello star-system, la poesia del rotocalco, l'estetica di Marie-Claire e di Grazia. Erano i tempi, tanto per intenderci, di UN HOMME ET UNE FEMME.Ora si è adattato ad altri tempi, isuoi prodotti, scelti con perfetta ricerca di mercato, sono pronti ancora una volta a soddisfare il desiderio del consumatore. Alcuni ingredienti sono rimasti gli stessi: la scelta furba dell'attore, sfruttato per la meccanica del mestiere, per l'aspetto più esteriore della sua immagine commerciale. 0 l'impiego della musica, tesa alla ricerca del ritornello da «hit-parade». Ma sono scomparse le «belle» immagini: ora lo stile è asciutto, aderente al dialogo, privo di fronzoli decorativi. Da tutta questa nuova austerità formate non traspare altro, e ancora più di prima per sua sfortuna, la povertà delle idee, l'impotenza creatrice di sempre. Un paio di momenti emotivamente sentiti (l'incontro con il compagno dopo la galera, la cinepresa che segue la febbrile ansietà della Fabian che riordina l'appartamento) in un mare di convenzioni, di trucchetti facili. Dalla costruzione del racconto (l'hold-up che non riesce per il solito dettaglio minutissimo, l'amicizia virile, l'allegria forzata, la gag prevedibile, l'amore quale ricompensa finale) Lelouch non ricava una sola idea in fase di realizzazione, una intuizione che sollevi la pellicola dalla sua piatta monotonia di mezzo che si vuole d'evasione.

Quella che non manca certamente a Lelouch è la modestia: un tempo i cineasti citavano, nei propri film, i loro maestri, coloro che amavano e che avevano ispirato le ragioni di essere della propria concezione cinematografica. Lelouch cita se stesso (la sequenza finale di UN HOMME ET UNE FEMME con Anouk Aimée e Trintignant). A prescindere dall'ironia che si può fare sulla qualità della scelta, non occorre essere uno psichiatra per giudicare l'uomo e la sua opera.


   Il film in Internet (Google)

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